Anche l'occhio vuole la sua parte

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fiori
 
L’utilizzo dei fiori in cucina è il risultato dell’intreccio tra culture e saperi, tra mode d’epoca ed esigenze nutrizionali e, molto probabilmente, nasce dall’idea di portare bellezza, delicatezza e aromi alle varie preparazioni. Si cerca di stupire il commensale con forme e colori o di creare un contesto piacevole per trascorrere il tempo del pasto. 
Se ne parla nei più antichi testi religiosi come la Bibbia o il Corano, e tutti conoscono gli utilizzi di camomilla, tiglio, malva, tarassaco e ibisco (karcadè) in erboristeria per la preparazione di infusi aromatici, tisane e bevande con poteri rilassanti, rinfrescanti, anti-infiammatori, epatoprotettori, eccitanti o semplicemente dissetanti. 
Ci sono fiori che ben si prestano agli utilizzi culinari come i carciofi in mille ricette, i fiori di zucca, che nella cucina mediterranea vengono riempiti di formaggio, pesce, carne o uova prima di essere fritti, oppure lo zafferano dai cui pistilli si ottiene per essicazione una polvere aromatica e colorante molto utilizzata nella cucina di mezzo mondo. 
Dal fiore del girasole (semi) si estrae un olio leggero e nutriente, ideale per alcune fritture, e questo ci porta direttamente ad una golosa tradizione nostrana come le squisite frittelle che si preparano con le corolle di fiori di acacia (robinia) e sambuco. 
Squisite soprattutto se nella preparazione della pastella avrete l’accortezza di aggiungere l’ingrediente segreto: un cucchiaino di Lievito S. Lucia per dare volume al risultato finale e una volta fritte una bella spolverata di zucchero a velo Arpa . 
 
Oltre agli utilizzi che meglio conosciamo, i fiori si trovano frequentemente anche nelle cucine regionali italiane ed europee ma soprattutto andando verso Oriente, dove petali di rose, gelsomini, violette, primule, crisantemi, malva, calendula, fior di loto ecc. accuratamente lavati e asciugati, aggiungono un’inconsueta nota aromatica ed estetica ad insalate, contorni e carni, così come a gelati, sorbetti e macedonie. 
 
I fiori vengono poi molto utilizzati nei distillati e nei liquori (rosolio, genziana, sambuco) ma anche in modalità analcolica, come l’acqua di rose, lo sciroppo di sambuco o di fiori d’arancio, utilizzati come aperitivo o come bevanda a tutto pasto, digestiva e dissetante in molte culture nel mondo. 
 
A centro-tavola, disegnati su tovaglia e stoviglie o direttamente nei piatti… è dimostrato che anche in cucina difficilmente possiamo fare a meno dei fiori per vivere bene la nostra quotidianità. 
 

 
Sapori antichi: le frittelle ai fiori d’acacia 
 
Ingredienti 
 
Fiori di acacia (qualche corolla) 
4 cucchiai  farina 
Acqua fredda gassata 
1 pizzico di sale 
1 cucchiaino di Lievito S. Lucia Ar.pa 
Zucchero Impalpabile Ar.pa 
Olio di semi di girasole 
 
Preparazione 
 
Staccare i fiori dalla corolla e sciacquarli sotto l’acqua corrente (lasciarli qualche minuto a mollo in acqua e bicarbonato ci aiuterà ed eliminare piccoli insetti e impurità). 
Scolare e asciugare. In una ciotola preparare la pastella con farina, sale, lievito e acqua gassata molto fredda. Mescolare bene per ottenere un composto denso e senza grumi. Aggiungere i fiori e amalgamare insieme alla pastella. 
Riscaldate in un pentolino (o friggitrice) l’olio di semi. La corretta temperatura si verifica immergendo il manico del mestolo di legno: se attorno si formano piccole bollicine immergere le frittelle, formate con un cucchiaio. 
Far cuocere, girandole un paio di volte, fino alla doratura quindi scolare e far riposare su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.  
Servire calde con una spolverata di zucchero a velo.

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