La pasta non conosce frontiere

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Spaghetti cinesi
Pranzo, cena, spaghettata di mezzanotte… è sempre l’ora giusta per un piatto di pasta da abbinare con creatività a diversi condimenti. Questa passione riguarda senz’altro l’Italia ma anche molti altri Paesi nel mondo.  Considerando la “pasta” come un impasto di farina, lavorato e condito, ecco che troviamo molti “parenti” dei nostri spaghetti e lasagne in giro per il mondo. 
La farina utilizzata è ovviamente quella collegata alla tradizione agricola dei diversi territori: grano duro, saraceno, cereali, farro, riso, soia, legumi ecc... 

Se in occidente le origini possono essere ritrovate nella sfoglia “lagana” che antichi Greci e Romani preparavano con farina di grano duro, semola, acqua e sale, è dall’estremo Oriente che probabilmente Marco Polo ha portato a Venezia gli spaghetti. In epoca medievale infatti si sono diffuse e affinate le tecniche di asciugatura dell’impasto (come da tradizione araba), rendendo così la pasta un alimento “trasportabile”. 
Così, con il contributo delle Repubbliche Marinare, la pasta si diffuse nel resto del Paese e del Vecchio continente. In particolare, in zone come la Liguria, la Puglia e il sud Italia dove il clima favoriva maturazione del grano ed essiccatura al sole, si diffuse la pasta secca, mentre in altre regioni del nord Italia prese maggiormente piede la pasta all’uovo. 

Anche all’estero esiste la tradizione di utilizzare diverse farine e formati per creare versioni “cugine” della nostra amata pasta. In Germania e Austria per esempio abbiamo gli spätzle, gnocchetti di farina di grano tenero, uova e acqua, serviti come contorno a piatti di cacciagione o apprezzati in Italia come primo-piatto. Nell’est europeo, dove pare che Pietro il Grande abbia per un periodo proibito la pasta come alimento straniero, si sono comunque diffusi diversi formati, soprattutto quelli ripieni come pelmeni e pierogi, simili a tortelli di pasta fresca a base di acqua, farina e a volte uova, con ripieno di patate, carne e funghi. 

Nel grande continente asiatico esistono diversi tipi di pasta realizzati principalmente con farina di riso o soia come gli spaghetti, ma dove esistono anche altri tipi di pasta che utilizzano farine diverse. Gli udon sono tipici del Giappone e sono spessi spaghetti di frumento che possono essere saltati oppure in brodo, mentre i soba sono più sottili e di grano saraceno che dà loro il caratteristico colore marroncino. I ramen noodles sono spaghetti di frumento giallo chiaro che vengono consumati nel ramen, cioè in brodo. Inventati in Cina e diffusosi in tutta l’Asia, i vermicelli sono fatti con farina di riso e acqua e il loro spessore varia in base al Paese asiatico in cui ci si trova. In Corea invece il formato di pasta più diffuso è un sottile spaghetto fatto con l’amido di patata dolce usato per il japchae, un piatto che riprende la regola dei 5 colori: spinaci per il verde, carote per il rosso, funghi per il nero, giallo e bianco per le uova. In india sono invece celebri i samosa, pasta fritta o al forno ripiena di verdure, formaggio, carne e spezie.
Esiste poi anche lo sconfinato mondo dei ravioli il cui impasto può essere fatto con farina di frumento come i gyoza giapponesi con ripieno di carne o verdure, o di riso. 

In Africa troviamo invece il couscous, tipico del Maghreb, e costituito da granelli di semola di grano duro al vapore serviti con verdure, carne o pesce a seconda delle varianti. In America infine la sfoglia a base di farina viene utilizzata per le empanadas argentine ripiene di carne o verdure mentre in Perù sono diffusi i tallarines verdes o rojos a seconda del condimento utilizzato: i primi conditi con una salsa verde principalmente a base di spinaci, formaggio e basilico mentre i secondi a base di pomodoro. 

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