Sotto questo sole…

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melone, pesche e albicocche
Con il caldo sole di giugno arriva in tavola tanta bella frutta fresca da gustare. Fragole, mirtilli, ciliegie, ma soprattutto tanta frutta giallo-arancione che racchiude tutto il calore e il colore del sole, oltre a sostanze preziose per proteggere la pelle e favorire l’esposizione ai raggi solari: stiamo parlando dei magnifici tre di questo mese, ossia pesche, albicocche e melone, tutti frutti accomunati da un’origine orientale. 

Le pesche vengono coltivate da oltre 2000 anni e sono originarie della Cina dove spesso vengono associate all’immortalità e al culto degli dei. Questo frutto pare sia poi arrivato in Europa grazie agli esploratori persiani nel I secolo d.C. Ad oggi ne esistono diverse varietà come la pesca gialla, dolce e succosa, la pesca bianca, tenera e delicata, la pesca saturnina, con una forma particolare un po’ schiacciata, le pesche noci, senza peluria sulla buccia e le pesche percoche che, con il nocciolo ben aderente alla polpa e un profumo intenso, sono anche le protagoniste di un’usanza campana che prevede di immergere a macerare pezzi di percoca in un contenitore pieno di vino, come una sorta di sangria nostrana. A questa usanza è dedicata anche una sagra annuale a Siano (SA). Ricche di vitamina C, potassio e fibre, le pesche favoriscono l’idratazione grazie all’elevato contenuto d’acqua e svolgono un effetto antiossidante per la pelle. 

Anche le albicocche hanno origine orientale e pare siano arrivate a noi dalla Cina grazie alla celebre Via della Seta. In realtà, nonostante l’origine cinese, le albicocche sono coltivate fin dall’antichità in Armenia e per questo sono chiamate prunus armeniaca. Apprezzate per le loro proprietà come l’alto contenuto di potassio, vitamina A e vitamina C, le albicocche favoriscono la salute degli occhi e regolano la pressione sanguigna. Fra le varietà più note ci sono l’albicocca vesuviana, dalla polpa dolce e zuccherina, originaria della Campania, uno dei maggiori produttori di questo frutto, l’albicocca precoce di Toscana, con polpa arancione, particolarmente morbida, l’albicocca diavola caratterizzata da striature di colore rosso acceso e le albicocche bergeron, leggermente più grandi e molto coltivate in Europa. 

Arrivato dall’Asia grazie ai romani, il melone è un toccasana per l’idratazione grazie all’alto tasso di acqua in esso contenuto, favorisce la digestione grazie alle fibre ed è utile per arginare potenziali patologie dell’organismo grazie a vitamine, sali minerali, antiossidanti e sostanze antinfiammatorie. Le varietà di questo frutto sono numerose come il melone cantalupo, fra i più diffusi grazie al profumo dolce e alla polpa arancione, il melone honeydew, caratterizzato da polpa e buccia verdi e da un sapore zuccherino, il melone giallo, tipico del periodo invernale, caratterizzato da un profumo e un sapore delicato, e infine esiste il melone amaro, dalla forma allungata e dalla buccia verde e rugosa, è uno dei frutti più amari in circolazione che viene comunemente usato come pianta medicinale. E proprio una variante giapponese del melone è spesso protagonista di aste nelle quali si spendono moltissimi yen pur di accaparrarselo. Si tratta del Yubari King, coltivato nell’Hokkaido, che rappresenta un ibrido di due varietà di cantalupo talmente perfetto da essere stato venduto all’asta nel 2019 per 5 milioni di yen! 

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